Scoprire di avere l’epatite C ha cambiato la vita di molte persone. Oltre ai danni al fegato e le possibili conseguenze extra epatiche1, 2, 3, ad ostacolare la quotidianità era (e forse lo è ancora) accettare di essere malati di una malattia infettiva, fino a poco tempo fa incurabile e di cui si parlava poco e male, erroneamente associata a scenari di droga e prostituzione. Avere l’epatite C impatta profondamente nella vita di chi scopre l’infezione, costringe a cambiare le proprie abitudini, a non uscire con gli amici per bere una birra insieme, perché l’alcol accelera la progressione della malattia4,5, a non avere relazioni sentimentali per non dover nascondere di essere infetto. Oggi che sono disponibili molte più informazioni e che Internet permette a chiunque di entrare in contatto con fonti autorevoli del mondo medico e dell’associazionismo, è bene preoccuparsi della propria malattia da un punto di vista medico, ma non è un bene isolarsi socialmente e rinunciare alla normalità di un rapporto di coppia. La trasmissione per via sessuale, infatti, oggi è estremamente rara e non quantificabile sul piano epidemiologico6, sebbene non possa essere esclusa totalmente7(per l’eventualità di “contatti di sangue”). Lo confermano anche i risultati di uno studio condotto per 10 anni su 895 coppie in cui uno dei partner soffriva di epatite C cronica, che evidenziano come il rischio di trasmissione sessuale del virus HCV tra coppie eterosessuali monogame è estremamente basso o addirittura assente8. Nei rapporti sessuali con partner fisso senza coinfezioni da agenti sessualmente trasmissibili non è quindi necessario impiegare il preservativo nei rapporti che non implichino lesione delle mucose o contatto, anche indiretto, con sangue.9 Per le coppie cosiddette discordanti (partner anti-HCV negativo di soggetto HCV-RNA positivo) il rischio di trasmissione sessuale del virus non è nullo, ma estremamente basso, tale da rendere vantaggioso l’utilizzo costante del profilattico 10. La situazione cambia completamente in caso di rapporti sessuali occasionali dove la regola per la prevenzione dell’infezione da HCV, così come di qualsia altra infezione sessualmente trasmissibile, è utilizzare sempre il preservativo ed evitare sempre, con tutti i soggetti con epatite C, pratiche sessuali traumatiche per le mucose tali da generare ferite e fuoriuscita di sangue11 e il contatto delle mucose (vaginale, rettale, orale) con superfici corporee od oggetti contaminati, anche accidentalmente, da sangue12. Cosa accade invece in caso di sesso orale o anale? Ad oggi non è possibile affermare la trasmissibilità del virus HCV attraverso il sesso orale o anale, ma tuttavia non possiamo escluderla; infatti il sesso anale, può danneggiare il rivestimento del retto e rendere più facile la trasmissione del virus attraverso il contatto con il sangue infetto13. In sintesi, possiamo affermare che, per vivere serenamente la propria sessualità riducendo le possibilità di diffusione del virus dell’epatite C, è consigliabile14:
- Fare sesso con una sola persona, o astenersi
- Diminuire il numero di partner sessuali
- Comunicare al partner il proprio stato di salute e la possibilità di trasmissione
- Utilizzare sempre e correttamente i preservativi in lattice, soprattutto in caso di rapporti con più partner
- Evitare di praticare rapporti sessuali in caso di mestruazioni
- Evitare di avere rapporti sessuali nel caso in cui uno dei partner ha una ferita aperta o un taglio sui genitali.